Stasera in tv Roberto Benigni in un evento unico: il monologo su Pietro girato nei luoghi segreti del Vaticano che non puoi perdere

In sintesi

  • 🎭 Pietro – Un Uomo nel Vento
  • 📺 Rai 1, ore 21:30
  • 📖 Un monologo-evento di Roberto Benigni che racconta la vita di Pietro con uno sguardo nuovo, tra fede, storia e spettacolo, ambientato nei luoghi segreti del Vaticano e pensato come momento culturale unico per la chiusura del Giubileo.

Roberto Benigni, Pietro – Un Uomo nel Vento e la magia di Rai 1 schiacciano l’acceleratore degli eventi televisivi speciali: stasera, mercoledì 10 dicembre 2025, la prima mondiale del nuovo monologo dell’attore toscano trasforma la programmazione in un vero happening culturale. Un appuntamento unico, studiato per il finale del Giubileo, che unisce spettacolo, storia, fede e una potenza narrativa che solo Benigni sa portare sullo schermo.

Rai 1 – Cosa ci aspetta stasera

Alle 21:30 su Rai 1 arriva “Pietro – Un Uomo nel Vento”, 115 minuti di racconto vibrante che nascono dal cuore del Vaticano e che promettono di diventare uno di quei momenti televisivi di cui si parlerà per anni. Non è un film, non è un semplice speciale, e nemmeno una lectio magistralis: è un viaggio emotivo e iconografico nella vita di Pietro, raccontato da un Benigni in stato di grazia, immerso in una location che raramente si concede agli occhi del pubblico.

Il progetto, diretto da Stefano Vicario e coprodotto da Stand by Me, Vatican Media e Fremantle, non è soltanto un omaggio al personaggio di Pietro, ma una vera operazione culturale che rilegge gli episodi evangelici con una freschezza sorprendente. Benigni parte dai testi sacri, li rispetta rigorosamente, li illumina e li reinterpreta mettendo al centro l’umanità di Pietro: la sua impulsività, le sue paure, le risate, gli errori, l’amore immenso e anche quel celebre rinnegamento che diventa, nel racconto di Benigni, il nodo emotivo più forte.

Pietro – Un Uomo nel Vento: perché questo monologo è diverso da tutto ciò che abbiamo visto finora

Ci sono tre elementi che rendono questo evento televisivo un unicum: la location, la prospettiva narrativa e la matrice emotiva. Prima di tutto, le riprese nei giardini segreti del Vaticano e nei luoghi che custodiscono la storia di Pietro – dalla Basilica alla tomba, fino alla Necropoli – conferiscono al racconto un valore simbolico e quasi cinematografico. Vicario riesce a trasformare spazi intimi, di solito invisibili, in un palcoscenico che amplifica la forza del testo.

Secondo elemento: Benigni stravolge l’immaginario iconografico e ci restituisce un Pietro giovane, di trent’anni, coetaneo di Gesù. È un dettaglio che cambia tutto, perché rende i due protagonisti del cristianesimo figure vitali, impulsive, immerse nel loro tempo come “ragazzi” con un ideale gigantesco. La narrazione ne guadagna in ritmo, spontaneità e immediatezza.

Terzo elemento: la struttura narrativa gioca di rimandi ed echi. È affascinante l’idea che la crocifissione a testa in giù sia interpretata da Benigni come una risposta tripla alla domanda di Gesù “Mi ami?”, la stessa che scioglie il dramma del triplice rinnegamento. Una scelta quasi da storyteller seriale, capace di far vibrare il testo come se fosse un episodio finale di una grande saga biblica.

Gli aspetti più nerd e curiosi da sapere prima della visione

  • La durata di 115 minuti è un’anomalia nella prima serata italiana: un formato così lungo e monologico richiama più gli speciali internazionali che la TV generalista.
  • Durante la preparazione, Benigni ha attinto non solo ai Vangeli canonici, ma anche agli “Atti di Pietro”, uno dei testi apocrifi più discussi e affascinanti della letteratura cristiana antica.

Interessante anche l’incontro di Benigni con Papa Leone XIV, che ha apprezzato gli estratti dedicati all’amore, inserendo il monologo in un più ampio dialogo culturale che ha toccato Dante, Agostino e il cinema classico. È evidente che “Pietro – Un Uomo nel Vento” nasce da un terreno fertile, colto, perfettamente dentro lo spirito giubilare ma anche dichiaratamente universale.

Arte e spiritualità in un evento unico

Benigni, che si dice “innamorato di Pietro”, gioca un ruolo totale: autore, interprete, narratore e anima del progetto. La sua carriera – e in particolare il legame tra “La vita è bella” e la cultura umanistica che da anni porta in scena – trova qui un punto di sintesi perfetto. Il risultato è uno spettacolo che parla ai credenti, ai curiosi, ma anche a chi ama la grande narrazione e cerca nella televisione un luogo in cui ritrovare profondità e poesia.

Per gli appassionati di TV e spettacolo, questa serata è un piccolo evento storico. È raro vedere un monologo che esplora così seriamente un personaggio biblico in prima serata, con una produzione internazionale e un’impostazione quasi liturgico-teatrale, ma al tempo stesso frizzante e accessibile. Ed è ancora più raro che tutto questo arrivi in un momento perfetto del calendario, a pochi giorni dalla chiusura del Giubileo.

Per chi ama la televisione come rito collettivo, questa è una di quelle occasioni da segnare: un appuntamento che fonde arte, spiritualità e spettacolo con un livello di cura che non vedevamo da tempo. E, soprattutto, un momento che potrebbe lasciare un’eredità culturale importante, perché il personaggio di Pietro, grazie alla lettura moderna e tenera di Benigni, torna a essere vivo, giovane e profondamente umano.

Quale aspetto di Pietro ti incuriosisce di più?
Il triplice rinnegamento
La crocifissione a testa in giù
Pietro giovane e coetaneo di Gesù
Il rapporto con gli Atti apocrifi
La tomba nella Necropoli

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