Le persiane sono tra gli elementi architettonici più trascurati dal punto di vista dell’efficienza energetica. Spesso considerate solo come strumenti per modulare la luce e garantire privacy, vengono ignorate nel loro ruolo cruciale nella protezione termica dell’abitazione. Durante l’inverno, infatti, le fessure tra ante e telaio rappresentano una criticità reale nella tenuta termica complessiva. Non si tratta di una semplice corrente d’aria percepibile: quel gap apparentemente innocuo contribuisce all’aumento dei consumi energetici e influisce sull’efficacia dell’impianto di riscaldamento.
Il problema è più diffuso di quanto si pensi. Nel 2024, il 44% degli edifici residenziali italiani rientra ancora nelle classi energetiche peggiori, F e G. Questo significa che quasi la metà del patrimonio edilizio del Paese presenta gravi carenze in termini di isolamento e dispersione termica. All’interno di questo quadro preoccupante, spesso ci si concentra su caldaie, cappotti termici e infissi, ma si trascura completamente il sistema delle schermature esterne. A differenza degli infissi, che vengono sostituiti con soluzioni ad alta efficienza, le persiane restano dove sono senza modifica, esposte agli agenti atmosferici, al vento, alle escursioni termiche notturne.
Perché le persiane perdono calore: la struttura tradizionale non coibenta
Il problema non è solo nelle fessure visibili. La struttura stessa delle persiane tradizionali, in legno o metallo, con lamelle fisse o mobili, è intrinsecamente non coibentata. Anche in assenza di spifferi evidenti, la superficie agisce da ponte termico, conducendo il freddo esterno verso l’interno. Il materiale stesso, che sia ferro, alluminio non trattato o legno sottile, non offre alcuna resistenza significativa al passaggio del calore.
I principali fattori che aumentano la dispersione sono molteplici. C’è innanzitutto la presenza di spazi tra le lamelle, soprattutto nelle persiane alla genovese o veneziane rigide, dove l’aria fredda passa liberamente. Poi ci sono le giunzioni non sigillate tra ante e telaio, che creano veri e propri corridoi per l’aria fredda. I materiali con bassa capacità isolante come il metallo, il legno non trattato o il PVC economico peggiorano ulteriormente la situazione. Infine, spesso manca completamente una tenuta ermetica tra l’infisso della finestra e il vano della persiana.
Nel complesso, queste criticità creano un flusso costante di infiltrazioni, con un impatto amplificato durante la notte, quando la temperatura esterna scende e le superfici fredde trasmettono l’escursione termica all’interno. La dispersione invisibile avviene anche per irraggiamento: la persiana fredda assorbe calore dall’aria interna più calda per poi disperderlo verso l’esterno. Il riscaldamento lavora di più per mantenere la temperatura e il comfort percepito peggiora. È un circolo vizioso in cui l’impianto deve compensare continuamente le perdite, consumando più energia del necessario.
Soluzioni pratiche: dal sigillaggio alle persiane coibentate
Il primo intervento da attuare è sorprendentemente semplice. Le guarnizioni adesive in gomma o silicone espanso, comunemente usate per le finestre, funzionano molto bene anche per eliminare gli spifferi tra le ante e il telaio delle persiane. Si tratta di un intervento economico, veloce e completamente reversibile, perfetto anche per chi vive in affitto o in edifici vincolati. Pulisci accuratamente le superfici con alcol isopropilico, scegli guarnizioni resistenti alle intemperie di almeno 5 mm di spessore, e applica una linea continua lungo il bordo interno del telaio fisso.

Richiudere completamente le persiane esterne al calar del sole crea una camera d’aria tra finestra e anta esterna che riduce il flusso di calore uscente. L’aria ferma è uno dei migliori isolanti naturali: il problema si pone quando l’aria si muove, portando con sé il calore verso l’esterno. L’efficacia di questo gesto aumenta ulteriormente se all’interno sono presenti doppi vetri, finestre con taglio termico, tende pesanti o pannelli tessili oscuranti. Insieme, questi elementi lavorano come un vero e proprio sistema multistrato isolante, con ogni strato che aggiunge resistenza termica.
Dove l’architettura lo consente, il passaggio successivo è la sostituzione delle vecchie persiane con modelli coibentati. Si tratta di sistemi realizzati con profili a taglio termico, riempiti con poliuretano espanso o altro materiale isolante, che abbattono drasticamente la trasmissione del freddo. Gli infissi sono responsabili del 25-40% della dispersione energetica di un edificio, quindi agire anche sulle schermature esterne può fare una differenza concreta nel consumo annuale.
Nel caso in cui la sostituzione non sia possibile per vincoli estetici o di budget, una soluzione intelligente è l’applicazione interna di pannelli isolanti removibili. Questi pannelli, realizzati in XPS leggero o su base riflettente, si posizionano tra finestra e persiana interna o direttamente dietro le ante. Il montaggio e smontaggio è semplice durante la stagione fredda, e l’intervento è completamente reversibile. Si possono installare a ottobre e rimuovere ad aprile, senza alcuna modifica permanente alla struttura.
Dettagli che fanno la differenza: cerniere, incastri, manutenzione
Molti interventi di isolamento falliscono perché si concentrano solo sulla superficie principale. Le cerniere metalliche agiscono come dispositivi conduttori di freddo, portando l’effetto “ponte termico puntuale” fin dentro casa. La soluzione consiste in piccoli inserti di materiale isolante o cappucci termici da applicare ai componenti metallici esposti. Allo stesso modo, il giunto tra la persiana e il muro esterno andrebbe analizzato: spesso l’intero pacchetto murario intorno al vano finestra non è isolato, creando una fascia debole.
Infine, c’è il fattore regolazione: una persiana che tocca male, sbatte al vento o si chiude in modo imperfetto ha già perso buona parte della sua efficacia. La manutenzione della ferramenta, il controllo degli incastri e l’aggiustamento delle battute sono interventi semplici che prolungano l’efficacia dell’intero sistema. Spesso basta una chiave inglese e un cacciavite per ripristinare una chiusura perfetta e recuperare diversi gradi di comfort termico.
Isolare bene le persiane significa non solo risparmiare sulla bolletta, ma anche migliorare attivamente il comfort abitativo. Una casa che disperde meno calore è più stabile nella temperatura, ha meno condense interne, raggiunge più rapidamente la temperatura ideale dopo l’accensione del riscaldamento. Ogni metro quadro di superficie migliorata contribuisce a ridurre le emissioni indirette di CO₂ legate alla produzione di energia per riscaldamento. Con pochi euro, un po’ di manualità e qualche ora di lavoro, è possibile ottenere risultati tangibili che si ripagano nel giro di una sola stagione invernale.
Indice dei contenuti
